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Si evidenziano da subito alcuni aspetti del lavoro in presentazione: lo stesso è stato realizzato (diviso in due tomi, I e II, in aderenza a esigenze tipografiche finalizzate ad agevolare la lettura dei lettori) senza pretese di originalità, né tanto meno di prima ma, al contrario, in funzione di replica, in guisa al vecchio adagio del "repetita juvant". Capitan Miki non esiste perché prematuramente soppresso nel 1988, secondo erronea realizzazione degli armati da mortaio tipo IOR (rancore, odio, invidia). Ben informati ritengono, a converso, che dopo aver superato il peso emotivo che arreca la circostanza che vuole il "traditore" nascere dal gruppo degli amici, essere errante nel 'mondo' intero, come cittadino di questo, per l'appunto, custodendo nel proprio fodero, della pistola dismessa, il "dito epicureo": essendo riuscito a salvarsi dall'agguato teso da un 'diavolo in gonnella', puntualmente e faticosamente 'esorcizzato', durante il quale venne sottoposto al fuoco incrociato nemico e amico, oltre a quello frontale di ignavi e negligenti...